Lavarsi è un diritto. O meglio lo è prima di avere figli. Dopo diventa un optional. Quando non avevo figli potevo lavarmi quando mi pareva. Appena sveglia, prima di dormire, pomeriggio, notte, con luna calante o crescente. Ma soprattutto la mia doccia non doveva durare 35 secondi, potevo stare sotto l’acqua fino a quando non ero lessa. Il bagno diventava Milano per il troppo vapore, e sotto lo scrosciare dell’acqua il tempo si fermava. Scrub, una passata di rasoio, bagnoschiuma alla lavanda con microsfere di frutto della passione, shampoo riequilibrante, secondo shampoo idratante, impacco al melograno, balsamo detossinante, risciacquo generale, altri 5 minuti di relax e poi fuori. E dopo una bella passata di crema, vestizione e piega ai capelli con stereo a palla. Poi partorisci.
La prima doccia dopo un cesareo, ah si..fantastica esperienza. Set di bestemmie per scavalcare ed entrare nella vasca. Appena l’acqua inizia a scrosciare ti rendi conto di quanto cazzo ti fanno male le tette, massacrate dal poppante. Inizi a lavarti, un unico sapone per capelli corpo e compagnia cantante. Con l’ansia nel cuore perché sai già che il pargolo a breve reclamera’ la pappa! Ti sciacqui, esci dalla doccia con la stessa grazia di un elefante col parkinson, ti guardi allo specchio e urli “chi cazzo sei tu!”. E niente, sei tu. I capelli sono un groviglio di raffia, occhiaie fino per terra. Ti asciughi, e il poppante inizia a brontolare. Esci dal bagno e il marito, con aria serafica ti dice “ah ci voleva proprio vero? Non ti senti meglio adesso? “. Oh si che mi sento meglio! Rilassante davvero! Come un cactus dentro al culo!