Si sa…la donna è multitasking.
Ma una mamma ancor di più! Spesso mi soffermo a pensare come potrebbe mai riuscire un uomo a gestire la mole di incombenze che abbiamo noi donne e mamme. E sorrido, perché penso che potrebbe resistere una giornata, forse due, senza impazzire. Noi ce l’abbiamo scritta nel DNA la capacità di fare contemporaneamente più di una cosa.
Cuciniamo l’abbacchio scottadito e nel frattempo paghiamo la bolletta on line, e mentre facciamo queste cose, abbiamo sempre un ragazzino attaccato alla gamba che ci chiede qualcosa e che urla se non rispondiamo immediatamente. E così ci ritroviamo a dover girare per casa con in mano la bolletta, il cucchiaio di legno e un pezzo di pongo da ammorbidire.
Facciamo l’aerosol a uno e nel frattempo con la mano libera rifacciamo le trecce all’altra, ingollando bocconi di colazione quando l’orologio fa già le 12 in punto. E arriva la sera che siamo esauste e esaurite, perché si è vero, riusciamo a fare tutto. Ma il fatto che riusciamo, non significa che sia semplice o che non ci stanchi.
Riuscire a gestire nella nostra testa tutto quello che è inerente al mandare avanti casa lavoro e figli, ci stanca eccome.
Però l’uomo preferisce pensare che il nostro nervoso dipenda dalla sindrome premestruale (che per carità, sicuramente mette il carico da 90). O che dipenda dal fatto che non sappiamo essere elastiche.
Però quella stessa elasticità sparisce se dentro al cassetto della biancheria non trovano le mutande preferite e bofonchiano “ma che ce vorrà mai a mette ‘na lavatrice”. E tu sei lì, in piedi, che lo fissi mentre fruga dentro al cassetto alla ricerca delle tanto adorate mutande, e depenni dalla tua lista mentale la voce “dargliela visto che è sabato”.
Perché anche quello richiede tempo ed energia e forza fisica, visto che non siamo macchine. Non siamo come loro sempre pronte sull’attenti e spesso non so che darei per stare dentro la testa di un uomo…me la immagino come una stanza sconfinata, piena di scaffali vuoti…sicuramente mi riposerei, ma dopo un pò comincerei a trovarmi qualcosa da fare e a sentire l’esigenza di riempire quegli scaffali. Un tavolo e sopra una to do list…vuota…accanto una penna…e si comincia…