PazzamenteMamma

Vi prego, lavatevi

Il caldo sta provando ad arrivare. E sebbene molti di noi stiano ancora accendendo i riscaldamenti (scherzo dai), è ufficialmente iniziato quel periodo dell’anno in cui gli armadi traboccano di ogni capo d’abbigliamento, dalle canottiere al maglione di lana. Il cambio di stagione è quanto mai lontano, dal momento che la mattina ci sono 5 gradi e all’ora di pranzo si potrebbe tranquillamente girare in mutande.

La sera in macchina l’aria calda, a mezzogiorno quella condizionata. Ecco perché gli antichi tramandano da secoli un’ ormai ben consolidata tradizione, ossia quella di vestirsi a strati, a cipolla. Quindi addosso mettiamo 5/6 capi diversi che ci consentono durante la giornata di evitare di morire di caldo o di freddo…reggiseno, canottiera, mezza manica, maglietta o camicia, felpetta  leggera, maglione in lana di pecore delle Ande, foulard, giacchetto, giubbotto, cappello…e durante la giornata vedi sta gente in giro, per strada, in auto, negli uffici, nei negozi, che fa sta specie de ballo di San Vito, metti togli metti togli metti togli, accompagnato ogni volta da frasi e bestemmie tipo stocazzodecaldo staminchiadifreddo stotempodemmerda macomecaspitamedevodavestì e via dicendo.

Ecco…io ci terrei a precisare una cosa, che secondo me a molti non è chiarissima. Vestirsi a cipolla non vuol dire puzzare di cipolla. Mi spiego. Nostro Signore ci ha creato a sua immagine e somiglianza…dicono…e noi abbiamo alcune parti del nostro corpo che, come dire, richiedono una cura particolare. Ad esempio, se le orecchie ‘na volta sotto la doccia ci scordiamo di lavarle, tendenzialmente passa tutto abbastanza inosservato. Certo se le trascurate per settimane e iniziano a spuntare muschi e licheni, forse avete esagerato. Ma di base una o due volte ve le potete pure scordà. Ma ahimè molte parti del nostro corpo richiedono di igiene regolare.

I denti ad esempio…mi raccomando…voi pensate che il vicino di casa non vi saluti più perché il vostro cane gli piscia lo zerbino. E invece non vi saluta più perché in bocca avete Chernobyl…a ogni parola si sparge una nube tossica che stende. Ma se ai denti sporchi e alla fiatella si può ovviare quantomeno stando zitti, altre zone del nostro corpo non possono esimersi dal puzzare se non lavate…e le peggiori sono loro: le ascelle.

Le ascelle sono un’arma di difesa mooolto sottovalutata. Provate a non lavarle un paio di giorno, a tenerle belle incolte…e poi uscite una sera ricoperte d’oro nel quartiere più malfamato della città. Al primo “mani in alto” è fatta…il potenziale aggressore sviene nella migliore delle ipotesi. Perché l’ascella, emana un puzzo ragazze mie, inconfondibile. Un misto tra pecorino, fogna a cielo aperto e discarica ad agosto. E allora l’italiano medio cosa fa? Usa profumi e deodoranti, pensando così di porre rimedio alla mancata igiene personale. E non sa che il profumo, quando si mescola all’odore dell’ascella malefica, crea un tanfo che davvero Malagrotta (discarica di Roma, n.d.r.) in confronto è brezza marina. Ma si sa…le pubblicità di profumi e deodoranti sono fatte apposta per creare in noi l’illusione che usandoli ci si possa teletrasportare in un universo parallelo dove Jean-Baptiste Grenouille sarebbe come minimo impazzito.

Innanzitutto le pubblicità dei profumi sono rigorosamente in francese. Se lo speaker parla italiano, diffidate, vuol dire che quel profumo è ‘na ciofeca indegna di essere venduta. I toni sono sempre un po’ confusi, tipo quando te svegli la mattina e hai ancora gli occhi appiccicati dal sonno…fiori che sbocciano, uomini strafighi che escono dall’acqua con donne che ovviamente sono belle in modo quasi surreale, paesaggi che scorrono veloci, montagne, colline, erba, ancora fiori, nuvole, sabbia che svolazza..boh! La regola di base comunque è che se è cretina, incomprensibile e in francese, è la pubblicità di un profumo. L’uomo belloccio si veste, ovviamente in giacca e cravatta mica con la tuta della Esso, “paf paf” profumo e via, a far strage di patate. La donna fracica che non si capisce se è uscita dalla doccia o se ha corso per prendere l’autobus, “paf paf” profumo e via, alla riunione col mega direttore che la abbraccia e le sussurra (da leggere con accento francese) “de la mer de la fleur tu es la plus belle” che nella Francia del sud significa “si me la dai, il lavoro otterrai”. La pubblicità di Dior Homme l’avete vista? Camera su uomo strafigo, mica Gigi er Buiaccaro, seduto sul letto, le immagini scorrono veloci, e lui prima è nudo poi vestito, nudo vestito nudo vestito nudo vestito. Che tu dici ok…ma esattamente che cazzo me stai a comunicà? Me stai a fa vedè ciò che mai avrò? Me stai a dì, guarda, con profumo senza profumo con profumo senza profumo…no perché se è cosi fermete, dammelo nudo e stamo a posto…me lo lavo io!

 Ma ovviamente, di base, passa il messaggio che il profumo risolve ogni situazione, cioè te svolta proprio…a che pro lavarsi?! Due gocce di Chanel e via! Che poi tu dici ok…pubblicità demmerda, il profumo costerà poco. Seeeee…vai per comprarlo e… “quanto costa signorina?”… “ il formato da 0,2 ml viene 1463 euro, se invece vuole il formato grande c’è il reparto donazione organi qui accanto”. Ok grazie, vado a lasciare un pezzo di fegato, tanto poi si rigenera, e torno.

Non parliamo poi delle pubblicità dei deodoranti…altolà al sudore, altolà allo stress! Più sudi più sai di fresco, con la miracolosa molecola 2C…ogni particella di sudore (ossia di formaggio marcio) attiva la molecola 2C che rilascia fresco profumo. Ma seriamente? Ma me state veramente a pijà per culo? Cioè ma quale essere umano può arrivare a credere che più sudi più profumi…ma vi rendete conto che questa cosa è impossibile? Io davvero inizio a pensare che la selezione naturale dovrebbe agire anche su queste cose. Tu essere immondo che la mattina spruzzi il deodorante alla molecola 2C sulle tue ascelle verdi e spugnose, pensando che siccome non ti lavi da Natale (e siamo a Pasqua) funzionerà alla grande, meriti di estinguerti all’istante. Al primo paf di deodorante. Ve prego. Siamo solo a maggio. Lavateve! Ma bene!

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