PazzamenteMamma

Le parole non dette

Solitamente c’è un comune pensare…che le parole possano ferire più di mille armi.

E per certi versi questa cosa è sicuramente vera. A chi di noi non è mai capitato di sentirsi vomitare addosso accuse, cattiverie (a torto o a ragione eh). Nel momento in cui quelle parole escono dalla bocca della persona che abbiamo davanti, è come se cascasse per terra un vaso di cristallo. Mille schegge ci colpiscono ovunque, il cervello si attiva per cercare di difendersi, di controbattere, di rispondere semplicement, ma la maggior parte delle volte nemmeno ci riusciamo. Accade tutto talmente in fretta, che ci sentiamo come affogare…e a distanza di minuti, ore, giorni, a volte anni, quelle parole ritornano a galla ed echeggiano dentro alla nostra testa. Ogni volta la scena cambia, e noi rispondiamo in maniera diversa.

A volte ci difendiamo, a volte scioriniamo monologhi strappalacrime, a volte semplicemente zittiamo quelle voci cercando di far finta che non siano mai state dette, che non le abbiamo mai sentite, subite. Ma quelle parole sono lì, e difficilmente andranno via se ci hanno davvero ferito profondamente.

Io stessa combatto con parole ormai vecchie, ammuffite, sbiadite, che nonostante appartengano al passato, fanno ancora tanto male. E chissà quante ne avrò dette io che avranno forse ferito qualcuno. Ma ad un certo punto, forse, sarebbe bene arrivare ad una consapevolezza. Sono quelle parole dette a far male? È davvero così? Perché io penso che a farci star male da morire non siano loro.

No. Sono le parole non dette. Esatto. Sono quelle emozioni, sensazioni, paura, rabbia, nervoso, tristezza, che invece di uscir fuori dalla nostra testa, sono rimaste lì. Taciute, messe in quarantena perché troppo infette, cattive.

Parole non dette che il solo pensiero di tirarle fuori fa star bene da morire. Ma poi le conseguenze? Non lo sapremo mai, perché a suo tempo abbiamo deciso di non farle uscire, abbiamo deciso che quel vaso di pandora doveva restare chiuso. E adesso, farle uscire, non avrebbe più senso, farebbe solo male e porterebbe solo tanto dolore. Tornare indietro sui propri passi, dopo che si è scelto di tacere, di guardare oltre, di andare avanti senza rimorsi, è sbagliato, non andrebbe mai fatto.

Le parole non dette resteranno intrappolate dentro mille sinapsi per sempre e non dovranno mai trovare spazio tra i denti. Perché ormai è davvero troppo tardi. Forse le stesse parole dette, quelle che ci hanno ferito, sono state a loro volta, per tanto tempo, parole non dette. E forse proprio per questo sono uscite fuori con così tanta prepotenza e cattiveria. Perché in molti purtroppo non parlano subito, ma parlano dopo aver nutrito il fuoco della rabbia dentro se per tanto, troppo tempo. Parlano quando ormai la ragione tace. Parlano quando ormai la loro immagine di noi è totalmente distorta, come il riflesso su uno specchio frantumato. Parlano quando ormai il cuore è ricoperto da un velo nero, spesso e pesante come velluto.

Parlano quando ormai gli occhi sono velati di odio e pregiudizio.

Tenetele dentro quelle parole non dette. Oppure ditele, ma ditele subito. Nello stesso secondo in cui sentite il dolore, lo sgarbo, la rabbia, tirate fuori ciò che pesa sul cuore. In quello stesso istante cercate il dialogo, il confronto, urlate, sfogatevi, insultate. Ma solo nello stesso preciso istante in cui la persona che avete davanti vi sta ferendo in un modo che sapete di non poter tollerare. Passato quell’attimo, perdonate e guardate oltre. Non accumulate, non conservate nei cassetti della memoria il rancore, perché genererà solo altro rancore e vi renderà acerbi come limoni d’ottobre.

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