Non so se ricordate, ma qualche giorno fa vi ho proposto un sondaggio.
La domanda riguardava l’importanza del dare o meno regole ai nostri figli, ma in generale ai bambini, visto che la loro educazione è spesso delegata anche a coloro che non sono i genitori. Insegnanti, nonni, tate, zii, ecc. Bene, onestamente sull’esito del sondaggio non avevo parecchi dubbi. Infatti su 307 voti, solo in 2 di voi hanno votato a sfavore delle regole. Ma la mia riflessione vorrebbe andare un pochino oltre. Io non sono una pedagogista, non ho una laurea che possa permettermi di dare lezioni in tal senso. Ma sono una mamma, e sono stata una tata seppur per brevi periodi. E per la mia personale esperienza, posso affermare con sicurezza che le regole servono, eccome. A patto che rispondano a dei requisiti a mio avviso fondamentali: devono essere condivise, poche e chiare. Per condivise intendo che devono valere sempre, sia che l’educatore (mamma papà maestra tata ecc) ci sia o che non ci sia. Quindi è bene fissare delle regole e informare tutti coloro che si prenderanno cura del bambino affinché le facciano rispettare sempre. In caso contrario il bambino si sentirà disorientato, e oltretutto chi poi farà rispettare la regola passerà per “il cattivo” della situazione, passatemi il termine. Ma io vorrei aggiungere un mio pensiero alla regola condivisa, e credo che la regola vada rispettata da tutti. Quindi non solo dai bambini ma anche dagli adulti. Perché nel rispetto e nella condivisione di quel modus vivendi, noi adulti diamo il buon esempio. Perciò anche noi mangiamo a tavola, e non ci alziamo se non abbiamo finito. Anche noi mettiamo in ordine, usiamo un tono di voce adeguato, non alziamo le mani, parliamo quando è il nostro turno, ecc ecc. Il buon esempio è, credo, la miglior formula educativa che si possa mettere in atto. Fermo restando che, ovviamente, ci sono eccezioni necessarie che l’adulto a volte mette in atto per svolgere mansioni che il bambino non potrebbe fare da solo. Penso ad esempio a quando a pranzo io devo alzarmi per servire i pasti che magari sono in contenitori molto caldi…per dirne una. Le regole poi devono essere chiare, quindi evitiamo troppi discorsi e troppi giri di parole, soprattutto con bimbi molto piccoli. E infine le regole, a mio avviso, devono essere poche. A questo ci sono arrivata veramente dopo un gran ragionare, dopo mille fallimenti. Un giorno ho realizzato che dentro casa mia c’erano 7000 regole, che poi magari potevano tranquillamente ricondursi a pochi comportamenti buoni che io avrei voluto insegnare ai miei figli. E quindi la semplice regola del “a casa si usa un tono di voce normale” si traduceva in “non strillare, non si urla, parla piano, ma che fracasso che fai”, quando in realtà sarebbe bastato spiegare che in casa, salvo rare eccezioni, la voce deve essere bassa. Si può strillare al parco, ma in casa, nel rispetto di chi vive assieme a noi, è meglio non gridare, perchè se tutti strillano diventa un manicomio. Ogni famiglia ovviamente, ha le proprie regole, o magari non le ha. Noi a casa abbiamo rivisto un pochetto il nostro modello educativo, e di comune accordo (io e mio marito) lo abbiamo impostato diversamente, perché ci eravamo resi conto che, caricando i bimbi di mille regole e richieste, non ottenevamo nulla, se non nervosismo e continui scontri. Abbiamo fatto tutti assieme, coinvolgendo i bimbi, il cartellone delle regole della nostra famiglia, di cui avevo parlato qui
cercando di scrivere le regole in maniera postivia (ad es. invece di “non si picchia” abbiamo scritto ciò che le mani di bello possono fare). E a tal proposito, io cerco sempre di rinforzare i comportamenti positivi dei miei bimbi e ne ho parlato qui
Buona lettura!