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LA GIUSTA PROSPETTIVA

Quando si diventa genitori, in un modo o nell’altro bisogna re-imparare a vivere.
Di punto in bianco diventiamo responsabili di una minuscola vita umana, che dobbiamo crescere, nutrire, accudire e proteggere.
E nel corso di questo lungo cammino, ognuno di noi fa come una sorta di “reset” di ciò che è stato, cercando di non perdere proprio tutto. E ripartendo da zero, modifica le impostazioni della propria vita.
Sappiamo bene che tante cose le rimpiangiamo, ed è sano e logico che ci manchino. Siamo stati “non-genitori” per tanto tempo, abbiamo costruito la nostra essenza intorno a quel ruolo, perciò cambiarlo di colpo è come ritrovarsi nudi in mezzo al gelo. Senza preavviso. Perché possiamo leggere mille libri, ma non saremo mai davvero preparati allo sconvolgimento che porta un figlio.
E con quel meraviglioso miracolo tra le nostre braccia, tra mille ansie e paure e un amore infinito, ricostruiamo noi stessi.
E piano piano, la sensazione è quella di indossare il più caldo e comodo dei cappotti, dopo aver patito il freddo. Un cappotto tessuto di nuove conoscenze, nuovi ritmi, nuove priorità. Un cappotto che ad ogni sorriso di nostro figlio, ad ogni suo traguardo e conquista, si arricchisce di nuovi dettagli.
E nell’affanno di migliorarsi, impariamo una cosa importante per davvero.
Un genitore sa rimettere ogni cosa a posto e riesce a inquadrarla con la giusta prospettiva.
Così, ciò che prima sembrava impossibile, o terrificante, o una tremenda ingiustizia, ritorna al suo posto e dona la forza di fare un altro passo.
Così noi cresciamo assieme a quel figlio, al quale abbiamo donato la vita, ma che ha fatto a noi il regalo più grande: una visione completa del mondo.

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