Io mi dedico al 100% ai miei figli.
E faccio il possibile per non fargli mancare mai nulla.
Ma ci sono sere, come questa, in cui veramente faccio fatica a capirli.
Li lascio liberi, tranquilli, e stanno vivendo un’infanzia serena, con attenzioni e tanto amore.
Perciò se io dico “adesso a letto” , porca di quella miseria, dovete andare a letto ieri.
E invece no.
Partono le filippiche.
Pipì 300 volte.
Acqua 700 volte.
Ho l’afta.
Voglio la coperta dritta.
Io non voglio il cuscino.
Voglio disegnare ancora!
Mi dai il pupazzo!
Però hai letto poche pagine….!!!
Possiamo stare svegli ancora?
E lì…io perdonatemi ma sbrocco!!!
Perché dopo 15 ore che sto in piedi, ragazzi miei, ma che anche basta.
Dopo che mi si è seccata la lingua a parlare con voi.
Dopo che ho cucinato spicciato ricucinato e rispicciato.
Dopo che ho piegato le mutande di tutti, stirato panni, raccolto giocattoli, risposto a email, pagato bollette, ascoltato sermoni dell’otorino, ma che anche veramente basta.
E voi decidete che è il momento giusto per farvi i dispetti? Per urlare? Per mettermi alla prova?
Oggi?
In premestruo?
MANAVETECAPITONULLAVERAMENTE.
Io dico che ci deve essere un momento in cui la pedagogia si posa da una parte, e mamma dice basta.
E perché?
Perché si. Perché basta. Perche dovete dormire punto. Oppure non dormite e stica ma me lasciate perde.
Senza giri di parole.
Senza la morte nel cuore pensando di aver procurato traumi.
Mamma dice basta.
E basta sia.
E Tata Lucia muta. Zitta. Sssshhhhhhh!!!!

MA CHE ANCHE BASTA
