I miei figli si sono presi il mio cuore.
Il giorno stesso in cui ho fatto il test di gravidanza ho capito che era diventato loro.
Solo che non sempre se ne prendono cura.
Ci sono giorni in cui lo cullano dolcemente, lo sfiorano appena con mani leggere, lo ascoltano, lo tengono coperto con parole di piuma.
E altri in cui lo stringono, cercano di strapparlo in mille pezzi e si arrabbiano se non riescono.
Lo fanno cadere cento volte, e mettono cerotti che durano poco. Troppo poco.
Giornate troppo corte si alternano ad altre troppo lunghe.
Ma c’è una cosa che i miei figli fanno.
Ogni sera.
Ogni notte.
Prendono il mio cuore prima di addormentarsi.
Lo controllano per bene.
Lo stringono un po.
Lo accostano all’orecchio per sentire se batte.
Lo lucidano per bene con baci umidicci.
E lo rimettono a posto.
Solo che la chiave la tengono loro, sotto al cuscino, dentro la mano, vicina al cuore.