Avete presente quando prendete la scatola di un puzzle, e sentite tutti i pezzi sbatacchiare di qua e di là, alla rinfusa?
E poi la aprite, e guardando le tessere sparpagliate sul pavimento vi dite che no, non riuscirete e nemmeno vi va di provare?…
Ecco.
La mia vita è spesso così.
Centinaia di tessere di puzzle, apparentemente identiche tra loro, ma che in realtà sono tutte diverse.
Tra loro non si incastrano quasi mai, a meno di non trovare quella perfetta, che si attacca diventando un tutt’uno.
E quando succede, che quelle tessere combaciano, ti guardi attorno aspettando un applauso, una pacca sulla spalla, qualcuno che dice “lo vedi che pian piano riesci a far tutto?”.
Perché riuscire a incastrare i pezzi di vita, Dio mio quanto è difficile.
Accontentare tutti, dispensare abbracci, baci, parole, consigli.
Dare amore quando magari vorresti solo dormire.
E cedere al sonno ingoiando le lacrime, per non esser riuscita a finire… chissà cosa poi, nemmeno lo ricordi.
Però la cosa bella, è che possiamo imparare a lasciare i pezzi sul tavolo, senza doverli ogni volta rimettere a posto.
Senza per forza disfare anche quel piccolo pezzetto costruito a fatica, solo perché non abbiamo finito.
Se riuscissimo ad abbandonare questa corsa a voler fare tutto, subito, e bene, forse riusciremmo a goderci la vita un po’ di più.
Tanti piccoli pezzi di puzzle.
Forse il disegno intero non lo vedremo mai, forse lo finiranno mani stanche e rugose.
Ma che importa, se la sera possiamo mangiare un gelato, fissando la luna attraverso vetri sporchi?
Che importa se i pezzi stanno tutti in disordine?
L’importante è averli, quei pezzi di vita.
Perché in disordine, o meno, fanno parte di noi.
Ci rendono ciò che siamo.
E ci ricordano ogni istante, quanto la vita sia fugace e preziosa.

LA MIA VITA COME UN PUZZLE
