Quante volte, nel corso della nostra vita, siamo stati immersi nel totale silenzio? Credo davvero poche…
Da quando sono diventata mamma, di solito aspetto il silenzio come il pane. Ma poi, spesso, di quel silenzio ho paura. Perché l’assenza di suoni, rumori e parole, mi rimette in contatto con me stessa e non sempre ho voglia di tirare le somme, non sempre ho voglia di ascoltarmi.
Nel buio della mia cucina, illuminata solo dal monitor del computer, anche adesso finalmente assaporo il silenzio. Ma la sveglia continua a ticchettare, le ventole del pc mi ricordano che forse dovrò presto cambiarlo, e il respiro dei miei bimbi che dormono, beh…lo sento anche se sono lontani, coperto dalle macchine che passano. Perché il silenzio non copre ciò che è scritto sul cuore.
E’ un bene pensate? Non lo so, devo ancora scoprirlo.
So solo che riuscire a sentire solo il battito del proprio cuore, oramai è cosa rara. Siamo immersi nel caos, nel disordine, nel desiderio costante di dover per forza fare, dire, urlare qualcosa.
Questo sento guardando le immagini della coreografia di ERICA PICCHI…vedo l’incapacità, di chi vive il mio tempo, di sapersi fermare. Per ascoltare, per ascoltarsi. E allora, quel silenzio che hai dentro, urla più forte del vento d’inverno, urla e scalpita per farsi sentire. Perché in fondo, ciò che resta taciuto, di solito è ciò che davvero dovrebbe uscir fuori.
E invece riempiamo l’aria, le stanze, di tanta, troppa, inutilità. Perdendo così tutto il bello, tutte quel buono che resta incastrato tra la bocca e il cuore della gente. Fermo lì, che spera solo che qualcuno lo ascolti.
Ciò che colpisce in LOST IN MY MIND, sono gli occhi…che parlano, parlano lingue sconosciute da tempo.
Le bocche sono chiuse, e il corpo balla, si muove, scalpita, e si fa portavoce di tutto quel dentro che ognuno di noi, dovrebbe poter tirar fuori.
Nel silenzio, ritroviamo la capacità di accogliere, di capire, di sentire l’altro.
Nel silenzio, spesso, ci sembra di impazzire.
Nel silenzio, cuore a cuore, vinciamo mille battaglie.
Gli anziani di una volta, stavano tanto in silenzio. Nella campagne, nelle trincee, in mezzo al mare, in mezzo al mondo. E sebbene non esista un luogo privo di suono, sarebbe già un passo avanti se ognuno di noi smettesse di avere la pretesa di riempire la vita di inutili rumori, parole.
Sarebbe così bello potersi fermare ogni tanto, e dondolare come immersi nell’acqua…ascoltando tutto con filtri ovattati.
Sarebbe così bello poter vivere una vita dove solo l’essenziale si posa sulle labbra, e vien fuori piano, con cautela, facendo attenzione a non ferire.
Allora si che potrebbe vivere davvero con passi felpati e leggeri, e la certezza di saper ascoltare, di essere ascoltati.
La certezza di poter parlare senza far uscire alcun suono.
Le bocche serrate, mille altoparlanti sugli occhi, in pace col mondo, ascoltando il silenzio.
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