PazzamenteMamma

Io (non) ho paura…

Alzi la mano chi non ha mai avuto paura in vita sua…credo nessuno. Le paure fanno parte dell’uomo sin dalla notte dei tempi, non guardano in faccia nessuno, e sono spesso difficili da gestire. Io ho 42 anni, e ancora adesso faccio fatica a girare per casa se è buio pesto. Lo so che Jack lo Squartatore non è nascosto sotto il mio letto, e che non ci sono clown assassini dietro la porta del soggiorno, ma…le luci le accendo lo stesso.

Ma noi grandi, in un modo o nell’altro, riusciamo a trovare gli strumenti se non per sconfiggerle, quantomeno per mettere a tacere le nostre paure. Con dei meccanismi di razionalizzazione, riusciamo a riprendere il controllo, a mettere in stand by anche i pensieri più cupi. Non sempre e non con facilità, ma tendenzialmente ce la facciamo.

Ma i bambini? Come vivono le paure, i brutti pensieri, le ansie? Purtroppo noi adulti difficilmente abbiamo memoria delle sensazioni di paura o di ansia che provavamo da piccoli, e questo spesso ci impedisce di immedesimarci nei panni dei nostri bimbi, quando nel cuore della notte arrivano nel nostre lettone con il cuore che batte a duemila.

Mamma ho paura…mamma mi fa male la pancia…mamma non riesco a dormire. Chissà, nella loro testolina, quanto sono grandi, e brutti, e infidi quei pensieri che arrivano soprattutto la sera…

E noi genitori, spesso, invece di accogliere, capire, e accettare quelle paure, tendiamo a minimizzare. Quando non arriviamo anche a sgridarli, perchè non accettiamo che anche loro possano essere presi dallo sconforto, dall’ansia.

Come se un bimbo non avesse il diritto di avere paura. Come se le sue emozioni, contassero meno delle nostre, perchè noi siamo gli adulti, che hanno mille pensieri, e siamo autorizzati a essere nervosi, irritabili e preoccupati. Loro no, perchè ” di cosa devi avere paura, tu, che sei piccolo e non hai nulla di cui preoccuparti”.

A mio avviso nulla di più sbagliato.

Ogni emozione andrebbe accolta, sempre. Soprattutto nei bambini. E questo non lo dico certo io…credo dovrebbe essere pane quotidiano per ogni genitore, il capire che un bambino, per crescere sereno, per sentirsi amato, deve sentirsi accettato. E questo significa che ogni sua emozione, anche quelle che ci fanno perdere la bussola, che ci mandano ai matti, deve essere accettata, capita e accolta. 

Questo significa anche e soprattutto, aiutare i nostri bimbi a tirarle fuori queste emozioni. E devo dire che questa è la parte più difficile per ogni genitore. Non tutti i bambini si aprono con facilità, molto dipende dal loro carattere e credo anche dall’insegnamento avuto in famiglia.

Spesso ci si dimentica di dire loro che possono sentirsi liberi di dire tutto a casa. Io in questo con i miei figli sono felice di non aver fallito…sin da piccoli li ho spronati a parlare, a raccontare, dicendo loro che tirare fuori tutto li avrebbe fatti stare meglio. E ho sempre promesso (e mantenuto) che non mi sarei nè arrabbiata nè presa di gioco di loro, qualsiasi cosa avrebbero detto.

Ma va fatto da subito, non aspettate che abbiano 14 anni per dire loro di parlare, per pretendere che si aprano con voi. Lo dovete dare come insegnamento quotidiano sin dalla più tenera età, anche quando pensate che non capiscano…

E ovviamente, nel tempo, dovrete trovare il modo per arrivare al loro cuore e alle loro emozioni.

A volte parleranno subito, a volte tireranno fuori le cose più impensabili a distanza di giorni, a volte lo scoprirete chiedendo loro di disegnare come si sentono...ogni genitore ha la chiave d’accesso, si tratta solo di saperla cercare con pazienza.

E non dimentichiamo ovviamente, che se succede di non riuscire a buttar giù quel muro che i figli hanno tirato su nei nostri confronti, ci si può sempre far aiutare. A volte le chiavi di lettura sono sotto i nostri occhi, e non le vediamo. E allora ci si fa aiutare, senza vergogna, perchè il fine ultimo è sempre il bene dei nostri figli.

E adesso vi racconto di me…della mia famiglia…perchè questo articolo, come tutti i miei articoli, non nasce dal nulla, ma dalla mia esperienza di mamma.

Io ho sempre aiutato i miei figli nella gestione delle proprie emozioni…abbiamo libri e libri che leggiamo quando sentiamo di essere arrivati alla frutta. Disegniamo e coloriamo insieme per calmarci, per tirar fuori quei draghi che ci rovinano i pomeriggi. Mettiamo le mani in pasta, e mentre diamo forma ai biscotti, ecco che vengono fuori mille parole al minuto. E ci chiediamo come stiamo, com’è andata la nostra giornata.

Spesso urliamo, e piangiamo (si anche io e non me ne vergono) e poi ci abbracciamo, come se quell’abbraccio potesse cancellare tutto…ed è davvero così.

E…adesso stiamo vivendo credo il periodo più difficile della nostra vita. 

Li vedo spesso tristi i miei figli, e mi chiedono com’era prima del covid, come se già stessero scordando come vivevamo prima, quando potevamo stare con gli amici, pranzare insieme, giocare, abbracciarci. Quando a scuola gli veniva detto di lavorare in gruppo, di aiutarsi e sostenersi, mentre adesso li sgridano se si avvicinano troppo.

Ma vi rendete conto di quanto possa essere difficile per loro? Credetemi, ho il groppo in gola anche adesso mentre scrivo.

Però, a casa nostra, la parola d’ordine è “passerà”.

Ma davvero mamma? Ne sei sicura?

E la riposta è sempre si.

Perchè la speranza non può mancare mai.

E siccome ogni tanto ci vuole un pò di magia e di leggerezza…ho deciso di trovare un’altra chiave di lettura per le emozioni dei miei figli, un altro modo per arrivare al loro cuore, per spronarli a liberarsi dei pensieri negativi, e per dargli uno strumento che permetta loro di disfarsene. Mi sono arrovellata tanto e alla fine, è arrivato lui…

Lui è Gnammy (lo so…perdonate la mia poca fantasia nel nome) ed è un mostriciattolo verde…MANGIA PAURE!

In realtà ha uno stomaco davvero di ferro, digerisce di tutto…PAURA, ANSIA, PENSIERI NEGATIVI, RABBIA…non disdegna nulla…

E come fa vi chiederete voi? Nulla di più semplice…

Dovrete solo dire ai vostri bimbi di scrivere o disegnare su un foglietto cosa li sta disturbando…può essere qualsiasi cosa, dal test di matematica a un brutto ragno peloso…

Poi dovranno piegarlo, metterlo nella bocca di Gnammy, chiudere la zip e lasciarlo così…al resto penserà lui.

E qui entrate in gioco voi genitori…sarete voi a decidere se Gnammy farà sparire subito quel foglietto, o se aspettare magari qualche giorno per fargli digerire quel pensiero così fastidioso. Osservando i vostri figli, saprete se è meglio farlo sparire la sera stessa, così che al mattino non ci sia più, o se attendere…

Qui i pensieri di solito arrivano la sera, quando si fa buio, e viene il momento di andare a nanna…soprattutto Samuele, sebbene di rado per fortuna, tira fuori un pò di angoscia, di paura…e allora prendiamo Gnammy, e ci facciamo aiutare. Non vi nascondo che ha mangiato anche tanti miei bigliettini…

La mattina dopo, il foglietto non c’è più…e al suo posto Gnammy lascia…

TANTE STELLINE!

Ma sarete voi a decidere come usarlo…vedrete che i vostri bimbi vi sorprenderanno…

E se dovessero dirvi che non ha funzionato, che hanno ancora paura, che si sentono ancora arrabbiati o tristi…beh non dovrete fare altro che ricordare che Gnammy ci mette un pò a digerire, ma che a breve si sentiranno di nuovo felici e sereni.

Perchè tutto passa, e alla fine di un temporale, esce sempre l’arcobaleno.

 

Gnammy lo trovate qui sotto…

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